di Marina Pellegrino

La trentunenne Anna Corvino, soprano proveniente dal magistero salernitano di Marilena Laurenza, diplomata brillantemente al Conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno sarà questa sera Mimì nel suo teatro Verdi. Partiamo dalla sua storia musicale. Quali sono state le tappe principali della sua formazione? E quali le eventuali difficoltà, se ne ha incontrate? La musica è stata da sempre parte della mia vita, o meglio, nel mio Dna. Avevo il nonno e la nonna materni che appassionati del repertorio classico napoletano si divertivano cantando nelle orchestrine con gli amici, la mia mamma che mi cantava sempre la ninna nanna, le canzoncine, le filastrocche, ho ancora in mente la sua dolce voce, ero attirata da ogni melodia, imparavo a memoria tutte le canzoni dei cartoni animati,  degli spot, di Sanremo e dello Zecchino d’ oro.  Avendo notato questa mia attitudine  i miei genitori a 7 anni mi hanno incoraggiata a studiare pianoforte, poi alle recite scolastiche ho cominciato a fare qualche parte da solista e pian piano ho capito quale fosse la mia vera strada e a 17 anni ho cominciato lo studio del canto. Tre anni dopo sono entrata in Conservatorio a Salerno e per me è stato come entrare nel paese dei balocchi, passando tra i corridoi sentivo suonare flauti, violini, pianoforti e io mi sentivo felice!!! Ovviamente non è stato però sempre rose e fiori, intanto frequentavo anche l’ Università e i sacrifici e le difficoltà sono state tanti. Diplomata con lode e piena di sogni, ho cominciato a fare i classici concorsi, audizioni che mi hanno stimolata e formata molto perché ti confronti con tanti colleghi, soprattutto con quelli stranieri, persone che anche con sacrificio per formarsi e inseguire il loro sogno vengono fino in Italia,  la Patria del Melodramma! Ecco perché da italiana mi sento investita di una doppia responsabilità nel portare avanti  ciò che fa parte del nostro patrimonio culturale. Dopo innumerevoli esperienze artistiche sia nazionali che internazionali, si ritrova a Salerno, sul meraviglioso palcoscenico del Verdi. Cosa prova a doversi esibire per i suoi concittadini? Cosa ha provato quando è entrata a far parte di questo giovane e brillante cast? Grazie alla musica e al canto, ho avuto la possibilità di fare delle bellissime esperienze che non avrei mai neanche immaginato, cantare al fianco di Massimo Ranieri, vincere un concorso televisivo su Rai 1 dedicato all’ Opera Lirica e ricevere gli apprezzamenti di Pippo Baudo, cantare di fronte a un pubblico come quello Israeliano, Iracheno, Nigeriano, Moldavo, Giapponese portando la tua italianità e sentirti apprezzata per questo. Ma sono tante le esperienze che porto nel cuore e che mi fanno dire che sono davvero fortunata! Tornando indietro con la memoria, ricordo ancora quando feci l’audizione per entrare nel coro del Teatro Verdi, un’esperienza molto formativa che mi ha dato l’opportunità  di formarmi per poi spiccare il volo.Ma a pensarci bene la prima opera che ho cantato nel coro al Teatro Verdi fu proprio la Bohème con dei giovani solisti. Ci parli del delicatissimo personaggio di Mimì. Quali sono i “trucchi” per rendere al meglio tutte le sfaccettature vocali ed interpretative di questa “sventurata” protagonista”Ancora una volta il Fato ci ha messo lo zampino, se penso che mi ero presentata  all’ audizione per Musetta e invece mi hanno voluta per Mimì…effettivamente credo che il mio battesimo come Mimì giunge nel posto giusto.Per rendere al meglio un personaggio credo non basti una vita, perché più lo canti e più ci sono delle cose da aggiungere, delle sfumature che non avevi colto, per cui essendo al mio debutto ciò che sento di dare alla mia Mimì è la freschezza e la semplicità come racconta lei stessa nell’ aria di sortita la spensieratezza e la passionalità di una giovane ragazza che si innamora di un giovane e povero poeta. Com’è stato lavorare con il direttore d’orchestra Daniel Oren?Per me è un infinito onore e un dono speciale avere l’ opportunità di lavorare con un mito come lui , un vero direttore, un vero grande della musica. E’ per questo che alla prima prova generale ero tesissima prima di salire in palcoscenico, la mia ansia era a mille, avevo le farfalle allo stomaco e non riuscivo a controllare il mio respiro, non vedevo l’ ora di entrare in scena e farmi trascinare dalla musica ed è stato proprio così , dopo aver cantato l’ aria lui ha rotto il ghiaccio facendomi i complimenti e io mi sono tranquillizzata.

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